Trovare una soluzione conveniente per riscaldare la propria abitazione è un desiderio comune. Soprattutto in un periodo storico in cui la richiesta di energia pulita è in costante crescita. A ciò si aggiunge una maggiore sensibilità ambientale, che fortunatamente coinvolge un numero sempre maggiore di persone in tutto il mondo.
Proprio per questo motivo, se fino ad ora il pellet era il combustibile più ricercato, la situazione sta cambiando. In che modo? Nel senso che si stanno sviluppando sempre più soluzioni che prevedono l’utilizzo di scarti di legno, quindi fonti rinnovabili.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente? L’argomento che tratteremo oggi riguarda proprio questo. Pertanto, è consigliabile prestare attenzione, soprattutto se ci si trova nella fase di scelta, quando le idee non sono ancora del tutto chiare a causa della scarsa conoscenza.
Cippato di legno
Un’alternativa valida al pellet è il cippato di legno, una soluzione di riscaldamento ecologica ed economica. Si ottiene sminuzzando legno non trattato, inclusi rami e residui di potatura. È un materiale che garantisce una combustione pulita e rispettosa dell’ambiente.
Il legno, una volta essiccato, diventa il combustibile ideale per caldaie e impianti a biomassa. Ma non è tutto: tra i vantaggi da considerare c’è anche il basso costo del cippato, che varia dai 2 ai 6 euro al quintale.
Inoltre, per chi ha la possibilità di produrlo autonomamente, si consiglia di dotarsi di una cippatrice, in modo da ridurre anche le spese di trasporto. L’unico svantaggio è che il cippato richiede molto spazio per lo stoccaggio, quindi è necessario disporre di grandi vasche.
Combustibili non legnosi
Oltre a quanto detto finora, esistono anche alternative rispettose dell’ambiente ma non legnose, come ad esempio la sansa e il nocciolino, derivati dalla lavorazione delle olive. La sansa è un mix di bucce, noccioli e polpa, che viene pressato, essiccato e pulito.
Il nocciolino, invece, si ricava dal nocciolo dell’oliva, separato con sistemi meccanici e non chimici. Si tratta di un combustibile granuloso simile al pellet, ma con un potere calorifico superiore e un costo inferiore.
L’utilizzo di questi due sistemi porta a una netta riduzione degli scarti derivanti dalla lavorazione delle olive, rendendo il processo non solo più ecologico, ma anche più economico e produttivo sotto ogni punto di vista. In sintesi, un sistema che vale la pena provare, assolutamente e senza alcun dubbio.
Gusci, mais e uova
Una terza alternativa è l’agripellet, anch’essa una soluzione alternativa e sostenibile per il riscaldamento. Come si produce? Utilizzando scarti agricoli, come gusci tritati di mandorle e noci, così come di uva e mais. Tutti materiali con un alto potere calorifico e quindi in grado di fornire ottimi risultati.
In pratica, con questo sistema si trasforma quello che sarebbe uno scarto in una risorsa preziosa. Tuttavia, gli esperti del settore hanno anche fatto notare che questo metodo tende a produrre materiale più inquinante rispetto al legno, quindi è sempre bene fare una valutazione prima di utilizzarlo.
Infine, il passaggio fondamentale quando si decide di utilizzare le biomasse è verificare la compatibilità della stufa. Cercare informazioni e, se necessario, chiedere aiuto a chi opera nel settore, quindi a chi ha maggiore esperienza nel campo, per poi prendere la decisione giusta.
Per finire
Cosa ci spinge a scegliere un metodo di riscaldamento diverso dal pellet? Innanzitutto, il rispetto per l’ambiente, un tema che da molti anni sta guadagnando sempre più importanza. E poi, la consapevolezza di ottenere un notevole risparmio e un riscaldamento migliore sotto ogni punto di vista.
Ovviamente, i dettagli da considerare sono numerosi, così come i pro e i contro. Le alternative, però, non mancano e sono quelle che abbiamo citato poco prima. Una volta che tutto è ben chiaro, non resta che fare una valutazione e capire cosa serve realmente alla nostra casa.
